Il segno zodiacale dello Scorpione è uno dei più fraintesi e calunniati. Come abbiamo già visto negli articoli precedenti, la complessità della dottrina astrologica dovrebbe a priori metterci in guardia da banalizzazioni e facili slogan. È però molto comune associare il segno dello Scorpione all’idea del male, della crudeltà vendicativa, dell’occulto e del sesso. Nel medioevo
Il segno zodiacale dello Scorpione è uno dei più fraintesi e calunniati. Come abbiamo già visto negli articoli precedenti, la complessità della dottrina astrologica dovrebbe a priori metterci in guardia da banalizzazioni e facili slogan. È però molto comune associare il segno dello Scorpione all’idea del male, della crudeltà vendicativa, dell’occulto e del sesso. Nel medioevo non mancavano anche espliciti riferimenti al diavolo.
Ogni segno, però, rappresenta una tappa evolutiva, un modo specifico con cui la Vita è riuscita ad affermare se stessa e a svilupparsi coscientemente. Se il suo segno opposto, il Toro, è il segno della vittoria sensuale della vita e dell’istinto di riproduzione, lo Scorpione – con l’esilio di Venere – invece sembra attratto dalla morte e dal rischio: ma anche questa occulta attrazione è al servizio della vita. L’avvento dell’inverno e l’aumento significativo della forza della Notte hanno facilmente creato nell’uomo primitivo un naturale collegamento tra l’oscurità fisica e la morte, ma abbiamo più volte detto che la forza della Notte rappresenta l’opposto della forza del Giorno, come la socialità rappresenta l’opposto dell’individualismo. E così in Scorpione, la Notte porta con sé l’aspirazione a fondersi con una totalità organica più grande ai danni della personalità individualistica, come scrive l’astrologo Dane Rudhyar in “I segni astrologici come ritmo della vita”. In questo senso, l’asse Toro-Scorpione rappresenta l’asse sessuale dello Zodiaco, ma i due segni opposti simboleggiano due aspetti profondamente diversi del sesso. Il Toro rappresenta il sesso procreativo, lo Scorpione il sesso non procreativo, mistico, la dura prova che porta alla liberazione dalle strettoie del sé. Quando i mistici parlano dell’unione con l’Amato, parlano del fuoco che arde in Scorpione, non certo della forza primaverile che – in Toro – feconda piante, animali e uomini.
Se immaginiamo poi il cielo sopra di noi, diviso nei dodici settori dello Zodiaco, come un immenso spazio narrativo in cui si racconta l’impresa mitica del Discepolo Mondiale – l’uomo/donna che dopo infiniti giri nella Ruota delle incarnazioni cerca di ritornare alla propria fonte originaria, percorrendo la Ruota in senso inverso – allora guardando nell’ottavo spicchio vedremo Ercole sconfiggere l’idra di Lerna. Questa celebre fatica, reinterpretata da Alice A.Bailey ne Le-Fatiche-di-Ercole, assume un significato iniziatico profondissimo. La mostruosa creatura a nove teste che l’eroe ha il compito di uccidere, presso il fiume Amimone e la pestilenziale palude di Lerna, non può essere annientata da armi comuni, in quanto le sue teste, non appena recise, magicamente riappaiono. Ecco perché Ercole, dopo qualche inutile tentativo di decapitarla, intuisce di doverla annientare senza clava né frecce. Ercole allora si inginocchia, afferra l’idra con le mani nude e la solleva in alto. Sospesa a mezz’aria, la forza della mostruosa bestia – che si nutre dei miasmi fetidi della palude – diminuisce: le nove teste così avvizziscono ed Ercole può interiorizzare l’insegnamento che dice “Noi ci eleviamo inginocchiandoci”. Sollevare l’idra alle altezze dello spirito è l’essenza autentica della prova.
In Scorpione – segno dominato da Plutone e Marte – la sfida da affrontare è l’armonizzazione degli opposti, simboleggiata sul piano fisico dal sesso. Per soggiogare l’idra delle passioni e della mente separativa, Ercole deve imparare a trasmutare, ovvero ad elevare. Non serve a nulla uccidere la forma, perché questa si rigenera con una forza pari a quella con cui si è cercato di reprimerla. Occorre piuttosto rigenerarla elevandola con umiltà. Il medesimo approccio va utilizzato con le altre forze materialistiche che minacciano chi vuole integrare la propria personalità con l’anima: denaro, passioni, orgoglio, paura, crudeltà. Queste energie perdono il loro potere quando vengono sollevate nell’aria e nella luce. Ercole scopre che discriminazione e compassione sono armi ben più micidiali della clava e delle frecce avvelenate, e se in altre prove ha ucciso e non ha saputo amare, qui scopre il potere della trasmutazione.
Molti di noi sguazzano nel fango, tentando inutilmente di sconfiggere se stessi, ma il Maestro Tibetano ci insegna – attraverso le parole della Bailey – che la forma fisica non è un nemico, ma un canale di espressione che ci consente di percepire la divinità che dimora in ciascuno di noi. Scegliere tra la verità o l’illusione, senza uccidere la personalità, è la prova simboleggiata da Scorpione. Quando l’anima riesce ad esprimersi attraverso la personalità, la grande opera alchemica, la grande magia della vita è pienamente compiuta.
Durante le ore del plenilunio, e nei giorni immediatamente precedenti e seguenti, è possibile sperimentare con più forza l’energia del segno meditando sul mantra – canalizzato dalla Bailey – Sono il guerriero e dalla battaglia emergo trionfante.
Gianna C.
[Fonti delle immagini: unadonna.it, megliocrudo.it, latelanera.com, purocuoretranoi.com, centrometeoitaliano.it]
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