E ieri sera ha chiuso i battenti il TGLFF. Successo di pubblico, soddisfazione degli organizzatori e tutti pronti per la prossima edizione dove si celebrerà del trentennale di questa importante manifestazione culturale dalla grande vocazione sociale. Una chiusura senza grandi pretese, in una clima famigliare e sereno, con la presenza tra gli altri di Levante
E ieri sera ha chiuso i battenti il TGLFF. Successo di pubblico, soddisfazione degli organizzatori e tutti pronti per la prossima edizione dove si celebrerà del trentennale di questa importante manifestazione culturale dalla grande vocazione sociale. Una chiusura senza grandi pretese, in una clima famigliare e sereno, con la presenza tra gli altri di Levante che si esibita con qualche sue pezzo.
E i vincitori?
Le Giurie del 29° TGLFF hanno assegnato tre premi principali (Premio “Ottavio Mai” per il Miglior lungometraggio, Miglior documentario e Miglior cortometraggio) e due premi collaterali (Queer Award e Premio DAMS – Sguardi sul Festival),
La Giuria, composta da Paola Pitagora, Pippo Delbono, Gabriele Ferraris, Ron Peck e Gal Uchovsky, assegna il premio “Ottavio Mai” per il miglior lungometraggio a Der Kreis (The Circle) di Stefan Haupt (Svizzera, 2014).
Ecco la motivazione di tale scelta:«Un film che con un sapiente linguaggio cinematografico racconta, tra la realtà e la finzione, in maniera toccante, vera, il difficile cammino di due uomini, di una comunità, nel cuore dell’antica Europa, per arrivare a vedere finalmente riconosciuti i diritti alla libertà dell’amore».
La Giuria assegna inoltre una menzione speciale a La partida (The Last Match) di Antonio Hens (Cuba, 2013), con la seguente motivazione: «Con un linguaggio cinematografico tagliente e contemporaneo racconta, come in una tragedia shakespeariana, una storia di menzogne, degrado, violenza, morte in una terra di grandi rivoluzioni e antiche rigidità, dove alla fine vince però il grido inevitabile dell’amore».
La Giuria, composta da Silvia Minelli, Alessandro Fullin e Enrico Salvatori, assegna il premio per il miglior cortometraggio a For Dorian di Rodrigo Barriuso (Canada, 2012), «per l’originalità del tema, l’omosessualità di un adolescente down, trattato in modo ironico e commovente».
La stessa Giuria assegna inoltre una menzione speciale a Das Phallometer (The Phallometer) di Tor Iben (Germania, 2013), «poiché riesce a trattare un tema molto delicato, il trattamento umiliante dei rifugiati politici gay nella Repubblica Ceca, in modo assolutamente geniale e sintetico».
La Giuria, composta da Milena Paulon, Luigi Romolo Carrino e Gabriele Farina, assegna il premio per il miglior documentario a Violette Leduc: la chasse à l’amour (Violette Leduc, in Pursuit of Love) di Esther Hoffenberg (Francia, 2013).
La motivazione che hanno addotto è stata: «Per aver saputo raccontare con fascinoso linguaggio documentaristico il coraggio della parola di Violette Leduc in un’epoca maschilista quasi quanto quella attuale».
La Giuria assegna inoltre una menzione speciale a Rebel Menopause di Adele Tulli (Regno Unito, 2014).
Con la seguente motivazione: «Per averci ricordato che anche le donne hanno il diritto di invecchiare e di avere le rughe».
La Giuria, guidata da Max Croci e composta dagli studenti dello IED (Ludovica Drusi, Francesca Gallina e Giulio Rocca) e del DAMS di Torino (Davide Bertolino, Bianca Cassinelli e Edoardo Monteduro), assegna il Queer Award a Ich fühl mich Disco (I Feel Like Disco) di Alex Ranisch (Germania, 2013), perché si sono innamorati «di un film dallo stile fresco e personale, che evita le trappole della banalità rendendo verosimile il surreale».
La Giuria degli studenti del DAMS di Torino, composta da Davide Drochi, Ilaria Frare, Alessandra Madonia, Giacomo Mezzetti, Martina Ponsa, Federica Scarpa e Chiara Tamburini, assegna il Premio DAMS – Sguardi sul Festival a 20 leugens, 4 ouders en een scharrelei (20 Lies, 4 Parents and a Little Egg) di Hanro Smitsman (Paesi Bassi, 2013).
Ma anche il pubblico ha decretato i suoi preferiti.
Per la platea di spettatori il miglior lungometraggio è stato Hoje eu quero voltar sozinho (The Way He Looks) di Daniel Ribeiro (Brasile, 2014).
Il miglior cortometraggio per il pubblico è stato Ett Sista Farväl (A Last Farewell) di Casper Andreas (Svezia, 2013).
Il premio del pubblico come migliore documentario è stato assegnato a Rebel Menopause di Adele Tulli (Regno Unito, 2014).
Ha concluso la serata la proiezione del film di chiusura, Bananot (Cupcakes) di Eytan Fox, presente in sala. Il film vincitore del Concorso lungometraggi, invece, è stato replicato alle ore 22 in Sala 2.
Annunziato Gentiluomo
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