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Il mito del Tabui, il cane da tartufo, sotto la lente della ricerca scientifica

Il mito del Tabui, il cane da tartufo, sotto la lente della ricerca scientifica

Domenica 11 ottobre, alle ore 17.00, nella nuova sala Beppe Fenoglio del Comune di Alba, il cane da tartufo sarà protagonista della tavola rotonda dal titolo Il mito del Tabui sotto la lente della ricerca scientifica. Organizzato dalla Fondazione Casa del Tartufo Bianco d’Alba di Montà in collaborazione con l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco

truffles-759756_640Domenica 11 ottobre, alle ore 17.00, nella nuova sala Beppe Fenoglio del Comune di Alba, il cane da tartufo sarà protagonista della tavola rotonda dal titolo Il mito del Tabui sotto la lente della ricerca scientifica.
Organizzato dalla Fondazione Casa del Tartufo Bianco d’Alba di Montà in collaborazione con l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e la Città di Alba, il congresso mira ad approfondire da un lato il particolarissimo rapporto (quasi simbiotico) tra il trifolau e il cane da tartufi; dall’altro a sfatare luoghi comuni e leggende metropolitane di animali addestrati con sistemi impostati sul terrore: cani tenuti a stecchetto e con code mozzate, ad esempio, per dimostrare che queste sono solo memorie di tempi in cui la malora era del cane almeno quanto del contadino-cercatore.
Il professor Pier Paolo Mussa, luminare in materia, docente presso il Dipartimento di Scienzelogo Veterinarie di Torino e autore di decine di libri, nonché trifolau per diletto, nella sua relazione partirà da un assunto: le imprese difficili vanno a buon fine se possono contare sul coinvolgimento di collaboratori motivati piuttosto che di collaboratori coatti. Di qui deriveranno le sue considerazioni per illustrare le basi del comportamento del cane e gli stimoli che possono indurlo a collaborare gioiosamente e proficuamente con gli esseri umani. Per poi passare in rassegna le caratteristiche ideali dei cani da tartufo, i principali sistemi di addestramento, i rapporti che si instaurano tra cane e proprietario, il lavoro tipico dei soggetti utilizzati nell’albese.
tartuficaniLa seconda relazione del convegno, tenuta dal professore Alfredo Pauciullo, docente presso il Dipartimento di Veterinaria di Torino, rientra in un progetto di indagine scientifica finanziato dalla Fondazione Casa del Tartufo Bianco d’Alba di Montà volto a creare la prima banca genomica per i cani da tartufo. Il professor Pauciullo anticiperà alcuni primissimi dati scientifici, frutto di campioni di DNA raccolti su cani da tartufo di Montà. Collocherà i dati nel contesto del potenziale olfattivo dei cani da tartufo, codificato da più di mille geni, un vero e proprio mosaico i cui incastri si possono rivelare fondamentali per il futuro miglioramento delle performances di ricerca del tartufo. L’indagine si pone come del tutto innovativa e colma una grande lacuna, ma nulla vuole togliere al mito del tabui, finora soltanto raccontato e mai studiato. Ne deriverà anche la possibilità collaterale di creare una vera e propria anagrafe dei cani da tartufi, ricostruendo là dove possibile le più famose “dinastie” di tabui di Langa e Roero.

Il Convegno, moderato dal prof. Ivo Zoccarato, preside della Facoltà di Veterinaria di Torino, sarà aperto dalla testimonianza del giovane trifolau albese Carlo Marenda il quale racconterà la singolare e toccante “eredità” ricevuta dal celebre trifolau Giuseppe Giamesio. Farà seguito winter-truffle-203032_640l’intervento del prof. Milo Julini, cultore di Storia della sanità pubblica e della medicina veterinaria, che parlerà di una “chicca” in tema di tartufi, ovvero dell’opuscolo intitolato I tartufi delle Langhe in Italia. Vernacolo triffole. Varie loro sorta e produzione, caccia o raccolta, consumazione e modi diversi di conservazione, studi economici, scritto nel lontano 1865 dal professore cavaliere Domenico Vallada, docente della Scuola Veterinaria di Torino, langhèt verace, nato a Dogliani nel 1822, autore di importanti e preveggenti trattati, in particolare nel settore dell’igiene degli alimenti di origine animale. Dopo il pensionamento si ritirò a vivere a Monforte, comune di origine della moglie, Carolina Zabaldano, sorella di Vittorio Zabaldano, farmacista ancor oggi noto come inventore di una ricetta del vino Barolo chinato.

La giornata si chiuderà con la distribuzione gratuita a tutti i presenti del libro Allevamento e benessere del cane da tartufo, scritto dal prof. Pier Paolo Mussa, edito dall’Ente Fiera  img-06Internazionale del Tartufo bianco d’Alba e dalla Fondazione Casa del Tartufo bianco d’Alba, con i tipi dell’Artigiana.
Il fatto che l’85^ edizione della Fiera del Tartufo bianco d’Alba sia dedicata al cane da tartufi non è soltanto una formalità o un doveroso generico tributo di riconoscenza al prezioso alleato del trifulao, ma il filo conduttore di tutto il programma della Fiera: sia nei suoi aspetti più scenografici e folcloristici, sia nelle sue connotazioni scientifiche e di studio. Insomma, il cane da tartufi non è soltanto un titolo, ma anche sostanza. In quest’ottica è centrale il Convegno di domenica 11 ottobre, con tutto il corollario di iniziative che lo precedono e seguono, commenta Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Redazione di ArtInMovimento Magazine

[Immagini da primopianonotizie.com, veterinaria.unito.it, petsparadise.it, fieradeltartufo.org]

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