Con una nota breve dell’ufficio stampa, la Fipav informa che quattro atleti saranno rimandati a casa per un provvedimento disciplinare. A pochi giorni dalle finali di World League e con già due settimane di permanenza in Brasile, quattro atleti della nazionale di pallavolo hanno deciso, con una professionalità pari allo zero, di trasgredire alle regole
Con una nota breve dell’ufficio stampa, la Fipav informa che quattro atleti saranno rimandati a casa per un provvedimento disciplinare. A pochi giorni dalle finali di World League e con già due settimane di permanenza in Brasile, quattro atleti della nazionale di pallavolo hanno deciso, con una professionalità pari allo zero, di trasgredire alle regole cui tutto il resto della squadra si era attenuto. La decisione è giusta. Senza se e senza ma, non può permettersi una squadra nazionale, riferimento ed esempio per tanti atleti in formazione, di sorvolare su una tale sciatteria.
Questa la nota: “Su segnalazione del tecnico federale Mauro Berruto sono stati convocati tre atleti per prendere parte alle Finali della 26esima edizione di World League.
Davide Saitta, Iacopo Botto e Gabriele Nelli sostituiranno Dragan Travica, Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi e Luigi Randazzo che lasceranno il Sudamerica per motivi disciplinari su decisione dello staff tecnico e della dirigenza, avendo disatteso alle indicazioni acquisite da tutto il resto della squadra. I quattro giocatori partiranno oggi stesso con un volo che li porterà in Italia, mentre l’arrivo di Saitta, Botto e Nelli è previsto martedì.
Il presidente federale Carlo Magri, confermando la propria fiducia nel tecnico e nello staff, ha espresso il proprio disappunto e la propria amarezza per quanto accaduto alla vigilia di una manifestazione così importante; episodio che tra l’altro verrà attentamente esaminato in ambito federale. Contestualmente il presidente auspica una positiva e pronta risposta da parte di tutta la squadra”.
L’episodio è talmente grave da sembrare surreale, soprattutto se si pensa che uno degli atleti coinvolti è lo stesso capitano della squadra e alla leggerezza con cui quattro atleti si fanno beffe della fiducia accordata, contravvengono alle indicazioni dello staff tecnico e non dimostrano alcun rispetto per i dieci compagni di squadra allineati alle indicazioni.
Una nazionale in trasferta non è in giro a far turismo, rappresenta il nostro paese all’estero e un preciso stile che, sicuramente, non prevede il “faccio ciò che voglio”.
Raggiunto dalla nostra redazione al telefono, Mauro Berruto ribadisce quanto espresso nella nota battuta nella prima mattinata dall’ANSA: “Non esiste progetto tecnico se non ci sono valori condivisi”. Quindi aggiunge: “Sono consapevole della risonanza di questa decisione, proprio perché a poche ore dalle finali di World League, motivo per cui vuole essere un segnale ancora più forte per ogni singola persona coinvolta in questo progetto. Quando parlo di rispetto, ne parlo in senso assoluto, verso i compagni e verso la federazione che è quella che ci ha messo nelle condizioni di poter preparare al meglio questa manifestazione.
Questa decisione, inoltre, vuole essere coerente con la mia richiesta iniziale fatta agli atleti: una disponibilità incondizionata, che deve essere la ragione fondante della costruzione di questa squadra.”.
Siamo assolutamente d’accordo e, ben lontani dal concetto che i fini giustifichino i mezzi: che i quattro lavativi tornino pure a casa e lascino il posto a persone motivate, serie e professionali. La decisione dello staff tecnico e della dirigenza, al di là dei risultati sul campo, sono la più bella e sana risposta che un movimento serio possa dare.
Elena Miglietti
[Fonte Immagine: magazine.Expo2015.org]
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