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“Icons”: la mostra di Marco Campioni, uno stormtrooper dantesco

“Icons”: la mostra di Marco Campioni, uno stormtrooper dantesco

Dal 17 aprile al 14 maggio a La Malvagio (via de’ Pepoli, 8/b, Bologna) Icons, la mostra di Mirco Campioni. Classe 1985, Mirco nasce a Bologna. È qui che sente di dover coltivare i suoi talenti nel campo dell’arte, seguendo gli studi e misurandosi con l’istituzione artistica tra concorsi e kermesse in varie realtà italiane.

Dal 17 aprile al 14 mirco_campioni_bio-1maggio a La Malvagio (via de’ Pepoli, 8/b, Bologna) Icons, la mostra di Mirco Campioni.

Classe 1985, Mirco nasce a Bologna. È qui che sente di dover coltivare i suoi talenti nel campo dell’arte, seguendo gli studi e misurandosi con l’istituzione artistica tra concorsi e kermesse in varie realtà italiane. Ma è il tempo delle responsabilità, la raggiunta maturità, che lo porta a riflettere, a decidere. Elegge così a suo baluardo la Pittura. Una pittura, la sua, influenzata da un iperrealismo che corre dai maestri del Rinascimento e del Classicismo a un cultura pre-pop pop firmata Man Ray e Warhol, stesa con meticolosa e scrupolosa maestria pittorica soprattutto su tele di grandi dimensioni. Quasi a volerlo gridare, quell’essere nel/del proprio tempo. Sempre.

Per i suoi soggetti, Mirco scava nel proprio passato. Nel passato dell’infanzia, ma anche degli studi: dai fumetti alle icone del cinema americano, dai capolavori dell’arte alla letteratura contemporanea.Tra i supereroi e i miti del cinema hollywoodian01o però, quello che più lo affascina è lo stormtrooper dalla celebre saga di George Lucas, Star Wars. Forse perchè è il replicante simbolo del nostro tempo. Forse perchè gli somiglia.

Lo ritrae più e più volte. Lo tatua sul proprio avanbraccio. Decide di affidargli un messaggio, il suo messaggio: un messaggio di ribellione e di riscossa dall’anonimato, dalla mediocrità. Nelle sue tele, infatti, lo stormtrooper ha la meglio sugli oppressori, si prende rivincite inaspettate. Soprattutto dismette i panni del semplice soldato per avvicinarsi e innalzarsi ai grandi modelli della pittura del passato: lo vediamo con un canestro di memoria caravaggesca, o a recidere il capo dell’Oloferne gentilesco.

Nell’era dell’istant messaging e dell’etica globale, lui si erge ad alfiere del genere umano quasi a ricordare a chiunque lo guardi il monito dell’Ulisse dantesco “fatti non foste a viver come bruti!” – Matteo Marsilicritico d’arte.
Il replicante che ha la sua rivincita, che finalmente gode gli onori dell’altare, è la speranza che vince sull’oblio.
Un nuovo umanesimo. La vittoria della vita sulla morte. Icons.
Giuseppe Parasporo

[Fonti delle immagini: mircocampioni.it]

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