Il termine casa passiva (Passivhaus, dall’originale tedesco) supera l’ambito architettonico e si lega a un concetto di stile di vita “green”, tipico dei paesi del nord Europa. In generale si tratta di case caratterizzate dalla capacità di utilizzare in modo funzionale una risorsa naturale come il sole o l’acqua, in modo tale che il fabbisogno
Il termine casa passiva (Passivhaus, dall’originale tedesco) supera l’ambito architettonico e si lega a un concetto di stile di vita “green”, tipico dei paesi del nord Europa.
In generale si tratta di case caratterizzate dalla capacità di utilizzare in modo funzionale una risorsa naturale come il sole o l’acqua, in modo tale che il fabbisogno termico non richieda nessuna fonte convenzionale come i classici impianti di riscaldamento o raffreddamento.
Alcune case sfruttano, ad esempio, l’energia geotermica, il calore naturale del terreno, grazie a tubature interrate nel cortile che si diramano per tutta la costruzione. In altri casi si associa lo studio dell’esposizione solare e l’utilizzo di energia fotovoltaica, mentre per sfruttare le zone d’ombra si può pensare a elementi strutturali e/o a piantumazione di vegetali.
Per riuscirci è necessario agire già sul lavoro di progettazione, dando importanza sia alla posizione e all’orientamento dell’edificio sia alla distribuzione e alla tipologia dei serramenti. Per quanto riguarda i materiali possono essere utilizzati tanto il legno strutturale quanto il mattone o il cemento armato purché ci sia alla base una progettazione molto attenta nei riguardi dell’isolamento termico e dell’installazione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico.
Una casa passiva ben progettata e realizzata dovrebbe mantenersi calda d’inverno e fresca d’estate senza l’installazione di caldaie o condizionatori e il fabbisogno termico annuale dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 kW·h per mq invece dei 150 kW·h di una casa classica.
In tutto il mondo le abitazioni costruite con questo sistema sono più di cinquantamila. In Germania sono certificati più di 7000 gli edifici, in Austria 4000, in Francia 3.500, mentre in Italia non si arriva neanche al centinaio.
Seppur indietro nell’approccio edilizio alla casa passiva, l’Italia può almeno vantare di avere sul proprio territorio l’Ecohotel Bonapace di Torbole (TN), la prima struttura ricettiva in Europa e la seconda al mondo che, grazie agli accorgimenti tipici della filosofia passivhaus, ha raggiunto altissime prestazioni energetiche e di ecosostenibilità. Indubbiamente molto apprezzato dai turisti visti i numerosi commenti positivi riscontrabili sul web, questo esempio potrebbe essere il primo passo per una nuova sostenibilità in ambito architettonico anche per scuotere il mercato immobiliare, ormai da troppo tempo in crisi.
La sostenibilità è il perno su cui far leva per cambiare i mercati, coinvolgendo gli stili di vita e influenzando le motivazioni di consumo di chi fruisce degli spazi edificati, con le esigenze incentrate su qualità e benessere abitativo.
Mirko Ghiani
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