Il campionato volge al termine e in casa della Bussola Volley sembra prendere vita una lenta agonia. Non ancora matematicamente retrocessa, ma con nessuna sicurezza di salvarsi, uno spirito di disfatta caratterizza le giornate in palestra e sembra non farsi largo nessuna volontà di rivalsa, ma recriminare è faccenda sterile e, a questo punto, controproducente.
Il campionato volge al termine e in casa della Bussola Volley sembra prendere vita una lenta agonia. Non ancora matematicamente retrocessa, ma con nessuna sicurezza di salvarsi, uno spirito di disfatta caratterizza le giornate in palestra e sembra non farsi largo nessuna volontà di rivalsa, ma recriminare è faccenda sterile e, a questo punto, controproducente.
La partita di sabato contro Genova poteva davvero rappresentare la possibilità di continuare a sperare e a lavorare con agio. Partendo dal presupposto che la rosa delle atlete a disposizione di Pivato e Gallotti è sempre più povera, sia per scelte diverse, sia per infortuni e malanni e che la coppia di allenatori ha dovuto nelle ultime settimane far ricorso a giovanissime atlete U18 (Adelaide Olivo 1998 a Cuneo e Alice Cogno 1999 a Genova), contro la Normac si poteva davvero fare il colpaccio: il primo set vinto 14/25, conquistato con cuore impavido, sembrava foriero di ottime novità. E ci si poteva credere anche per il secondo, perso 26/24, quando le ragazze giocavano divertendosi e inventando, ma nel terzo si partiva malissimo, la Bussola non riusciva più a finalizzare, con una fase calante che riguardava tutte e che vedeva, tuttavia, la difesa del libero Federica Cassiano, supportata da Marta Visentin e Samantha Bar, resistere orgogliosamente alla mole di attacchi (25/20), ma non è bastato e non sono bastati i cambi a smuovere le acque, acque bruttissime, che hanno impantanato le gialloblù in un 25/16 che fa male, male tanto.
Così Daniele Pivato:”I numeri delle gare per arrivare alla fine della stagione sta diminuendo, così come diminuiscono le nostre possibilità di mantenere la categoria. Oggi l’approccio alla gara è stato perfetto per poi, come è capitato purtroppo tantissime volte in tutto l’anno, alzare troppo presto bandiera bianca e lasciare campo aperto alle avversarie.
Questa con Genova era una gara cruciale e purtroppo abbiamo messo in evidenza, per l’ennesima volta, i nostri limiti a livello di testa e in questo campionato il blackout non vengono perdonati”.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: Fulvio De Asmundis]
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