Zitte zitte, le azzurre del rugby si piazzano terze al Sei Nazioni femminile e, con il sorriso stampato perennemente in faccia, regalano un bel risultato al nostro sport e una bella lezione. La lezione la metto qui, subito, così non ci pensiamo più: esistono anche loro, esistono al di là del risultato entusiasmante, ma lo
Zitte zitte, le azzurre del rugby si piazzano terze al Sei Nazioni femminile e, con il sorriso stampato perennemente in faccia, regalano un bel risultato al nostro sport e una bella lezione.
La lezione la metto qui, subito, così non ci pensiamo più: esistono anche loro, esistono al di là del risultato entusiasmante, ma lo sappiamo bene che fra qualche giorno ce ne saremo già dimenticati.
Eh sì, perché succede così nel nostro sport, ne pratichiamo poco, ne guardiamo solo uno, trattiamo con diffidenza chi ne ha una forte passione (gente fissata n’est pas?) e se proviamo a parlarne, mamma mia quante ovvietà.
E allora eccole qui, le Italiane del rugby che nessuno ha guardato, di cui abbiamo letto poco e di cui poco (anche noi sigh!) si è scritto, ma che sorridendo hanno acciuffato un risultato, contro il Galles, mai riuscito a nessuna squadra, né maschile, né femminile. Eccole qui, in corsa per la qualificazione per la prossima Coppa del Mondo, rigorosamente da dilettanti, anche loro forzatamente inserite nella legge 91/81 che comporta che il rugby, come tanti altri amatissimi sport, non dia da vivere e rimanga relegato all’immaginario del tempo libero. E dire che le tesserate del rugby femminile sono oltre settemila e che il pubblico c’è, a Padova erano quasi quattromila, una bella claque.
La partita? Sicuramente bellissima, punteggio 25-5. Difficile raccontarla… non l’abbiamo vista. Rimedieremo.
Elena Miglietti
[Fonte Immagini: federugby.it]
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