Oggi, 27 gennaio, per celebrare il Giorno della Memoria in ricordo di tutte le vittime dello sterminio messo in atto dai nazisti, abbiamo deciso di citare alcune opere – letteratura, musica, cinema – in cui l’arte si è messa al servizio della coscienza e della memoria collettive, per preservare il ricordo di una storia che
Oggi, 27 gennaio, per celebrare il Giorno della Memoria in ricordo di tutte le vittime dello sterminio messo in atto dai nazisti, abbiamo deciso di citare alcune opere – letteratura, musica, cinema – in cui l’arte si è messa al servizio della coscienza e della memoria collettive, per preservare il ricordo di una storia che ci riguarda tutti, in virtù della comune appartenenza al genere umano e ci conferisce la responsabilità di vigilare affinché quanto accaduto non si ripeta.
I film che hanno parlato del nazismo, dei ghetti, dei campi di concentramento sono stati molti. Ve ne citiamo alcuni, meritatamente insigniti dei premi più importanti.
Schindler’s list, di Steven Spielberg e interpretato da Liam Neeson, tratto dal libro di Thomas Keneally. È la vera storia di Oscar Schindler, imprenditore tedesco che ai tempi del nazismo decise di utilizzare la sua posizione privilegiata per salvare le vite di molti uomini e donne ebrei.
La vita è bella, di e con Roberto Benigni, e il pregio della colonna sonora di Nicola Piovani. La storia di un padre che, finito in campo di concentramento insieme al figlio di 6 anni, tesse per lui un racconto diverso di ciò che stanno vivendo, fingendo di trovarsi in un grande gioco in cui li aspetta un premio finale.
La tregua, di Francesco Rosi e con John Turturro. Tratto dall’omonimo romanzo di Primo Levi, in cui si racconta il viaggio verso casa di un gruppo di superstiti italiani, partiti da Auschwitz il 27 gennaio del 1945 , quando arrivarono le truppe russe a liberarli, e tornati finalmente in Italia a Torino il 19 ottobre dello stesso anno.
Train de vie – Un treno per vivere, di Radu Mihaileanu e con Lionel Abelanski. Una comunità ebraica nell’Europa dell’est che inscena un finto treno di deportati per sfuggire all’imminente arrivo dei nazisti. Volutamente caricaturale, ha tutta la forza dell’umorismo yiddish e il ritmo della colonna sonora firmata da Goran Bregovic.
Il pianista, di Roman Polanski e con Adrien Brody. Tratto dal romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman. Wladyslaw assiste alla deportazione di quasi tutta la sua famiglia e al lento degrado nel ghetto della Varsavia occupata dai tedeschi, riuscendo a salvarsi, prima per una serie di fortunate coincidenze e poi grazie al suo talento musicale, toccando la sensibilità di un ufficiale nazista che decide di coprirlo e aiutarlo verso la fine dell’occupazione e fino all’arrivo delle truppe sovietiche.
Il bambino con il pigiama a righe, di Mark Herman. Tratto dal romanzo omonimo di John Boyne, è il racconto del mondo di quell’epoca attraverso gli occhi di due bambini, Bruno, figlio di un ufficiale nazista, e Shmuel, internato in un campo di concentramento. È il racconto di un’amicizia pura nata attraverso il filo spinato del campo che si tramuterà in tragedia.
Abbiamo poi scelto le parole di Primo Levi, della sua toccante poesia Se questo è un uomo.
nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è un a donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi
raccontatele ai vostri figli.
O vi si disfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
E infine la musica, con Auschwitz, la Canzone del bambino nel vento di Francesco Guccini, in questa versione interpretata dai Nomadi
Redazione ArtInMovimento
[Fonte delle immagini: pordenoneoggi.it, lavocedeisenzavoce.altervista.org, mymovies.it, labibliotecadibabele.wordpress.com]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *