Sotto l’ombra lunga del Solstizio d’Inverno, il decimo segno dello Zodiaco rappresenta, nella vicenda evolutiva dell’umanità, una importante svolta, perché è il primo dei tre segni “impersonali”: ora il discepolo mondiale è un iniziato, è libero dalla forma. Naturalmente, come si è detto anche nei precedenti articoli della rubrica, il significato simbolico del segno e
Sotto l’ombra lunga del Solstizio d’Inverno, il decimo segno dello Zodiaco rappresenta, nella vicenda evolutiva dell’umanità, una importante svolta, perché è il primo dei tre segni “impersonali”: ora il discepolo mondiale è un iniziato, è libero dalla forma. Naturalmente, come si è detto anche nei precedenti articoli della rubrica, il significato simbolico del segno e la vicenda cosmica che stiamo tratteggiando poco hanno a che fare con il livello evolutivo dei nati sotto il segno del Capricorno. Il settore del Capricorno rappresenta la porta d’uscita dal ciclo incarnativo dell’Anima che ha scalato la montagna dell’iniziazione, così come il suo segno opposto, il Cancro, è la porta di ingresso e discesa nella forma terrena. Questo vuol dire che tutti usciremo, dopo aver percorso infinite volte la Ruota dello Zodiaco, attraverso la porta del Capricorno, ma non che tutti i nati sotto il segno del Capricorno sono degli iniziati che hanno concluso l’esperienza terrena. Ciascuno di noi è nato e nascerà molte volte sotto questo segno finché non sarà diventato un iniziato, ovvero un uomo focalizzato nella sua Anima.
Rispetto alla personalità, il segno invernale del Capricorno subisce l’assenza totale del Sole. Lo slancio vitalistico è pertanto ridotto al minimo e così pure il culto dell’Io, che è però sostituito da una ambizione compensativa. A livello di Anima, l’assenza del Sole favorisce l’impersonalità e il distacco quasi ascetico dai lacci terreni. La famigerata “freddezza” del segno ha origine qui, ed è funzionale alla celebrazione di Saturno, il dio della lucida razionalità, della chiara visione della realtà così com’è.
Il plenilunio di Capricorno cade nei giorni in cui si festeggia, nel mondo cristiano, il Natale. La forza della Notte ha raggiunto il suo apice, e con essa la spinta socializzante si cristallizza prima di declinare. L’umanità ha raggiunto il massimo livello di organizzazione collettiva (Cristo nasce sotto l’Impero Romano…) ed è giunto il momento di controbilanciare tale spinta con una energia personalizzante finalizzata all’individuazione. Questo è il significato esoterico del mito cristiano: Cristo nasce in Capricorno, quando la Notte (la magia delle relazioni umane e della civiltà) si prepara a declinare. Come la terra innevata nasconde i semi della vita futura, così la sacra nascita invernale contiene il seme dell’uomo nuovo, il portatore d’acqua che si manifesterà nel segno successivo. Non è semplice illustrare i tratti distintivi di uno dei più misteriosi segni dello Zodiaco, nel cui complesso glifo – dicono i Maestri – si cela la firma di Dio, disegnato però in maniera non corretta, in quanto il simbolo autentico attirerebbe una forza alla quale ancora non siamo preparati.
La fatica di Ercole corrispondente al segno del Capricorno è l’uccisione di Cerbero, guardiano dell’Ade. Cerbero è un gigantesco mastino a tre teste che l’eroe, con l’aiuto di Atena ed Hermes, riesce ad uccidere a mani nude, afferrandolo per la gola principale e soffocandolo. La fatica adombra il mito cristiano dell’amore inclusivo del redentore, che discese agli Inferi – come Ercole – per salvare anche le anime dei peccatori. Prima di affrontare Cerbero, Ercole sente risuonare la parola della purificazione attraverso Atena ed Hermes, ovvero deve liberarsi dalle limitazioni della materia, requisito imprescindibile per poter poi scalare il monte dell’iniziazione. Spesso però si dimentica che anche la mente, per quanto più sottile, è pur sempre materia che fa parte della dimensione della forma, e così pure le emozioni. Un uomo puro non è prigioniero né della mente né del suo corpo emozionale.
Come si è detto all’inizio, dopo questa prova, Ercole diventa il discepolo mondiale, l’iniziato, ed è contraddistinto dall’impersonalità. Secondo quanto scrive Alice A. Bailey nel volume Le-Fatiche-di-Ercole, l’impersonalità non è chiusura in se stessi e distacco dagli altri, ma è amore personale esteso a tutti. Prima di poter essere impersonali occorre essere stati tremendamente personali e attaccati alla personalità. Solo dopo aver sperimentato questa dimensione la si può trascendere estendendola, non superandola. Questa è la lezione fondamentale che si può apprendere in Capricorno. Il discepolo è impersonale verso se stesso, ma lavora continuamente tra gli uomini.
Nel Capricorno si celebra l’ascesa alla montagna: quando la natura psichica viene elevata da sotto a sopra il diaframma e la coscienza si siede stabilmente nel “trono fra le sopracciglia”, che gli indù chiamano ajna chakra, si è pronti a servire efficacemente l’umanità. Si vede la luce, ma si torna indietro ad aiutare quelli che ne hanno bisogno.
Durante le ore del plenilunio, e nei due giorni immediatamente precedenti e seguenti, è auspicabile meditare sul mantra del segno: Mi perdo nella suprema luce, ma a quella luce volgo le spalle.
Gianna C.
[Fonti delle immagini: relazioni.uncome.it, megliocrudo.it, amando.it, bifrost.it, purocuoretranoi.it, sunnyray.org]
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