La prima Giornata mondiale del Rifugiato fu celebrata nel 2001, in seguito a una risoluzione unanime dell’ONU, che ne stabiliva la data al 20 giugno per farla coincidere con la Giornata del rifugiato già adottata in Africa. Dal sito del Ministero dell’ interno ci vengono ricordati alcuni rifugiati celebri, quali Giuseppe Garibaldi, Victor Hugo, Enrico
La prima Giornata mondiale del Rifugiato fu celebrata nel 2001, in seguito a una risoluzione unanime dell’ONU, che ne stabiliva la data al 20 giugno per farla coincidere con la Giornata del rifugiato già adottata in Africa. Dal sito del Ministero dell’ interno ci vengono ricordati alcuni rifugiati celebri, quali Giuseppe Garibaldi, Victor Hugo, Enrico Fermi, Albert Einstein e il Dalai Lama. Ma è a tutti gli altri, a coloro che quotidianamente intraprendono viaggi al confine estremo della loro stessa vita, che vogliamo dare attenzione. Questa giornata serve a rammentarci di una situazione che chiama a gran voce il nostro nome affinché anche noi, come singoli, come comunità, come Stato facciamo la nostra parte senza esitazioni.
Sono molte le iniziative che si svolgeranno per celebrare questa giornata. L’UNHCR ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, nella quale personaggi noti del mondo della cultura e dello spettacolo hanno raccontato le loro storie sui rifugiati. Troviamo l’attrice Emma Thomson e suo figlio Tindy Agaba che racconta i primi giorni da rifugiato nel Regno Unito. L’artista George Butler, che ha rappresentato in una sua opera dei rifugiati siriani in fuga. Il regista Wes Anderson che presenta una scena del suo recente film “Grand Budapest Hotel”. L’attivista Malala Yousafzai,, lo scrittore Neil Gaiman, l’attore David Morrissey, che raccontano i loro incontri avvenuti nel campo profughi di Za’atari in Giordania. L’attrice Kristin Davis che parla del periodo trascorso nel campo di Dadaab in Kenya. E come loro molti altri ancora, che hanno aderito e messo a disposizione le loro testimonianze. Nel nostro Paese, continuamente scosso dalle notizie degli sbarchi, e in un’Europa che non riesce a rispondere con un solo cuore e una sola voce a questa domanda di aiuto, ogni storia è preziosa, per ricordarci di quanto ancora si possa e si debba fare.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: stories.unhcr.org, theprisma.co.uk, blog-unicef.org.nz ]
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