Avevo poco più di sei anni, quindi non ne ho memoria alcuna. Ho da poco rivisto qualche ritaglio di giornale che mia madre conserva gelosamente forse per ricordare o chissà per tenere traccia di un evento terribile che 34 anni or sono ferì la nostra famiglia. Oggi voglio ricordarlo. L’11 Marzo 1983, di sera, a
Avevo poco più di sei anni, quindi non ne ho memoria alcuna. Ho da poco rivisto qualche ritaglio di giornale che mia madre conserva gelosamente forse per ricordare o chissà per tenere traccia di un evento terribile che 34 anni or sono ferì la nostra famiglia. Oggi voglio ricordarlo. L’11 Marzo 1983, di sera, a Palermo, precisamente in via Montuoro, veniva assassinato il costruttore edile Salvatore Pollara, figlio della zia Giuseppina, a 46 anni. La sua impresa stava allora realizzando il restauro della monumentale Cattedrale di Palermo. Ritornava a casa a bordo di una Renault 4 guidata da un amico. La vettura, bloccata da due killer, che hanno fatto fuoco ripetutamente sull’imprenditore che moriva sul colpo, mentre il conducente rimaneva appena ferito, quasi illeso a dir la verità. Il fratello del costruttore, quattro anni prima era stato fatto sparire col sistema della «lupara bianca» e Salvatore non si era voluto piegare e aveva denunciato l’accaduto, facendo dei nomi.
Suo figlio Dario lo ricorda così: L’11 marzo 1983 mentre tornava dalla sua famiglia dopo aver salutato tutti i propri dipendenti come se sapesse già da tempo il destino che lo aspettava, appena giunto sotto casa insieme all’autista Salvatore Pollara veniva ucciso dall’ennesimo atto di violenza e codardia mafiosa. Pollara Salvatore era un imprenditore edile di quelli all’antica che hanno fatto la gavetta, una persona distinta onesta autorevole, una persona che ha lasciato un ottimo ricordo in tutti quelli che lo hanno conosciuto sia privatamente che lavorativamente. Salvatore Pollara è stato uno dei pochi ad andare coraggiosamente contro la mafia prima per cercare il proprio fratello scomparso misteriosamente denunciando i mafiosi probabilmente responsabili dell’ennesima lupara bianca, poi perché in quegli anni ha cominciato a denunciare i tentativi di richiesta del pizzo. Ma i tempi erano ancora prematuri, anche le forze dell’ordine erano impreparate a gestire quelle situazioni e Pollara Salvatore ha pagato con la vita la sua ribellione la sistema. Pollara Salvatore era mio padre, un padre che non ho conosciuto perché quando è stato assassinato non avevo compiuto 4 anni, dormivo tra le sicure mura della nostra casa. Io non ho ricordi, sono cresciuto grazie alla mia famiglia che è riuscita a non farmi capire la tragedia che ci aveva colpiti. Quella che poteva essere la vita di tutti noi, quel destino che si ritiene essere già scritto, dalla sera di quell’11 marzo 1983 le pagine future di quel libro venivano cancellate, la nostra vita è stata riscritta pagina dopo pagina giorno dopo giorno e questo non può capirlo nessuno. La mafia ci ha tolto una vita, un destino gettandoci in un limbo confuso in un cammino difficile. Pollara Salvatore, mio padre, è un eroe, un eroe di cui nessuno sa la storia sa perché è stato ucciso, in un periodo dove a Palermo si uccideva parecchio. Per lui nulla, nessuna targa in quella via Rinaldo Montuoro che centinaia di palermitani percorrono ogni giorno, nessun ricordo tranne l’aver letto il proprio nome insieme a quello delle altre vittime nel giorno della memoria. Ma per me resta comunque un eroe che mi ha insegnato il coraggio, il coraggio dell’onestà della legalità e la forza di combattere contro quello che pensiamo sia sbagliato, ed è stupendo quando incontro qualcuno che lo ha conosciuto e che si ricorda di quest’uomo sempre elegante sempre gentile: tutti mi dicono quanto era distinto e per bene. Insomma ha lasciato a tutti un ricordo indelebile di sé.
Per quanto ancora una terra bellissima come la Sicilia, cantata da poeti, fra Carducci, Pascoli e Goethe, per la sua cultura, la sua storia e le sue bellezze naturali, dovrà ancora sentirsi offesa da orrori come questo? Noi oggi ricordiamo una delle innumerevoli vittime della criminalità organizzata… oggi riflettiamo e vogliamo dare energia a chi sta operando controcorrente affinché la propria terra, la propria città, la propria regione e l’Italia tutta possano essere il luogo ameno che realmente sono… E mi unisco a mio cugino Dario affinché non dimentichiamo l’autenticità di Salvatore, il suo essere veramente perbene, onesto e coraggioso. Uno stendardo della legalità!
Annunziato Gentiluomo
[Fonte delle immagini: usiciliano.altervista.org, it.italia.wikia.com]
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