“Mondi musicali che s’incontrano, tradizioni a confronto, contaminazioni timbriche e armoniche di due culture che più volte nella storia hanno incrociato il proprio cammino”: questa è la presentazione di “Romanò Simchà”, la festa concerto ebraica rom italiana inaspettata, profonda e suggestiva che ha debuttato il recente 27 gennaio presso il Mandela Forum di Firenze. L’invito
“Mondi musicali che s’incontrano, tradizioni a confronto, contaminazioni timbriche e armoniche di due culture che più volte nella storia hanno incrociato il proprio cammino”: questa è la presentazione di “Romanò Simchà”, la festa concerto ebraica rom italiana inaspettata, profonda e suggestiva che ha debuttato il recente 27 gennaio presso il Mandela Forum di Firenze.
L’invito e insieme l’occasione, preziosa, a salire sul palcoscenico della nota sala fiorentina è arrivato dal Meeting degli studenti toscani organizzato dalla Regione Toscana per il Giorno della Memoria 2020. E non poteva avere contesto più affascinante dell’auditorium del Mandela, con i suoi 7.000 studenti toscani raccolti intorno alle testimonianze di ciò che non può essere dimenticato – lo sterminio nazifascista dei 17 milioni circa d’“indesiderabili” d’Europa tra Ebrei, Prigionieri di guerra sovietici, Rom e Sinti, Disabili e Pentecostali, Massoni, Omosessuali, Testimoni di Geova, Dissidenti politici e Slavi – il debutto dell’inusuale e sorprendente formazione che per la prima volta ha deciso di raccontare su un palcoscenico, in forma dialogica e allo stesso tempo incredibilmente unitaria, il ricco universo armonico e simbolico di due culture che proprio con la musica hanno da sempre rappresentato una parte privilegiata del loro percorso umano e sociale.
Autori del travolgente incontro di “Romanò Simchà” un trittico dalle molteplici provenienze musicali con una storica apertura alla curiosità, alla scoperta e alla contaminazione tra generi e repertori, soffi vitali di una cultura che non ammette barriere né fisiche né sociali. Da un lato ecco dunque emergere il mondo musicale Rom rappresentato da Alexian Santino Spinelli, dalle sue composizioni, dal suo carisma, dalla sua storia familiare e dalla sua famiglia stessa capace di seguirlo in un incredibile viaggio tra studio e passione, tecnica e personalità, dalla sua inconfondibile fisarmonica, estensione di un estro musicale senza limiti in partitura così come in fantasia. Dall’altro il mondo musicale ebraico italiano veicolato da una delle sue voci principali, Enrico Fink, eclettico nel suo approccio storico e allo stesso tempo moderno, capace di trasformare la ricerca sui testi dei padri in una fonte di incontro con la generazione dei figli, narratore del dialogo ininterrotto tra la musica ebraica e le tradizioni popolari e colte italiane, pur mantenendo un’identità e un carattere tutto proprio. Mondi storicamente vitali che in Romanò Simchà si arricchiscono dagli spunti e dal percorso civile e sociale, oltreché musicale, dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, ensemble nato grazie alla passione della cooperativa Officine della Cultura, impegnato da anni nel racconto dell’Italia delle mille culture, delle minoranze e delle differenze da valorizzare, nelle piazze, nei teatri e nelle scuole grazie anche alle tante preziose collaborazioni con i narratori dell’oggi tra i quali citiamo Stefano Massini, Ottavia Piccolo, Dario Brunori, Ginevra Di Marco, Amanda Sandrelli, Moni Ovadia e tanti altri.
Romanò Simchà, con il suo emozionante incontro che invita corpo e mente a porsi in movimento, per l’abilità dei musicisti oltreché per la scelta del repertorio, nel suo tentativo di rappresentare un “momento storico prezioso, in cui le barriere costruiscono ponti, la palizzate sentieri e le tavole si trasformano in luoghi di convivio e di racconto”, non poteva dunque trovare occasione più propizia dell’emozionante riflessione del Meeting degli studenti toscani sulla memoria come elemento vivificatore, come “filo della vita” tramite il quale rileggere i vissuti contemporanei dei popoli, a partire da quelli (gli Ebrei, i Rom, i Sinti) sopravvissuti alla follia nazifascista. Grazie dunque a Enrico Fink (voce, flauto), ad Alexian Santino Spinelli (fisarmonica), ai solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo – Luca Baldini (basso, contrabbasso), Massimiliano Dragoni (percussioni, salterio), Massimo Ferri (chitarra, bouzouki, cümbüş), Gianni Micheli (clarinetti) – e ai componenti dell’Alexian Group – Gennaro Spinelli (violino), Giulia Spinelli (violoncello), Evedise Spinelli (arpa), Marco Vignale (tromba), Giuliana Bottegoni (voce) – per la loro festosa testimonianza che possiamo sintetizzare con le parole e allo stesso tempo l’invito a partecipare alla festa di Romanò Simchà di Enrico Fink inviato dal palco del Mandela Forum: «Portiamo un messaggio di memoria e di vita, perché gli Ebrei e i Rom e i Sinti sono minoranze che vivono nel nostro paese da secoli, fanno parte costitutivamente del tessuto sociale di quella che noi chiamiamo Italia. Quest’incontro racconta in musica non un evento sporadico, ma quello che vuole essere l’unione della cultura rom e sinti italiana e della cultura ebraica italiana in un progetto di vita, di speranza, di cultura che dialoghi con la società».
[fonte immagini: Orchestra Multietnica di Arezzo (in copertina), Mandela Forum, Sara Ligutti]
Le tante testimonianze dell’edizione 2020 del Meeting degli studenti toscani per il Giorno della Memoria dal titolo “Vite spezzate. Guerre, deportazioni, stermini”, a cura della Regione Toscana, sono tuttora visibili visitando il canale YouTube del Mandela Forum. All’inizio e alla conclusione della registrazione è altresì possibile assistere alla prima di Romanò Simchà.
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